Masterclass Living Theatre – Resist Now: Teatro dell’Emergenza
Condotta da Gary Brackett con la partecipazione dei membri del Living Theatre Europa
Venerdì 26 settembre: dalle 16.00 alle 21.00
Sabato 27 settembre: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00
Domenica 28 settembre: dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00
PERFORMANCE FINALE DOMENICA 28 SETTEMBRE ALLE 20.30
PRENOTAZIONI ENTRO VENERDI' 19 SETTEMBRE
alla mail Teatro dell’Ortica e al numero 010 8380120
(dalle 10.00 alle 16.00)
Introduzione
Il Living Theatre Europa presenta una masterclass intensiva dedicata all’eredità e alla pratica vivente di Resist Now: Teatro dell’Emergenza.
La domanda centrale è semplice ma urgente: Come resistiamo ora? Quali forme di resistenza sono significative nel momento presente? Ogni partecipante risponderà a questa sfida attraverso la lente della propria domanda bruciante — domande radicate nelle speranze e paure personali, in diretto contatto con le crisi sociali, politiche, ecologiche ed esistenziali di oggi.
Queste domande brucianti possono riguardare l’emergenza climatica, l’avanzata dell’intelligenza artificiale, la persistenza della guerra, l’epidemia di solitudine o la ricerca di senso in un mondo frammentato. Ogni domanda sarà condivisa con il gruppo e costituirà il materiale grezzo della nostra ricerca collettiva. In questa diversità risiede la nostra forza e la possibilità di un nuovo teatro d’azione.
La masterclass è aperta a tutti, indipendentemente dall’esperienza. Età minima: 16 anni.
Parte I: L’Alfabeto del Living Theatre
La prima fase del laboratorio è dedicata a quello che chiamiamo l’“alfabeto” del Living Theatre: il vocabolario fondamentale sviluppato in decenni di lavoro da Judith Malina, Julian Beck e l’ensemble.
I partecipanti entreranno direttamente in contatto con scene e pratiche delle grandi opere collettive del Living Theatre, a partire da Mysteries and Smaller Pieces fino a Paradise Now. L’allenamento comprenderà:
-Recitazione non-fictional – l’approccio unico del Living Theatre alla presenza e alla verità
-Antonin Artaud – teatro della crudeltà e teatro come peste
-Biomeccanica di Mejerchol’d – precisione del corpo, disciplina e rilascio
-Danza Butoh – lentezza, trasformazione e confronto con l’inconscio
-Mindfulness e yoga – respiro, attenzione e consapevolezza
-Brecht e Piscator – teatro epico, il palcoscenico politico e la chiamata a parlare quando si ha qualcosa da dire
-Temi da L’Eredità di Caino – le sei condizioni della violenza: Stato, Denaro, Guerra, Morte, Proprietà, Amore
Attraverso questo training, i partecipanti incontrano non solo tecniche teatrali ma un campo di sperimentazione — riti di presenza che sfumano i confini tra arte e vita.
Parte II: Creazione Collettiva
La seconda fase è dedicata alla pratica della creazione collettiva, il metodo con cui il Living Theatre ha prodotto i suoi capolavori.
Dapprima in discussione, i partecipanti articoleranno le loro domande brucianti e le affronteranno in gruppo. Queste domande diventeranno i semi della creazione. Suddivisi in piccoli gruppi di lavoro, i partecipanti elaboreranno nuove scene attraverso improvvisazione, corpo, voce e autorialità condivisa.
Il processo privilegia autenticità, invenzione e solidarietà. Ogni voce contribuisce al tutto, ogni visione trova eco nelle altre. Da questa dinamica emerge un nuovo corpo di lavoro — radicato nella verità personale ma orientato verso le urgenze sociali e politiche del nostro tempo.
Conclusione
Una delle idee chiave della poetica del Living Theatre è la necessità di un incontro esistenziale con il pubblico. Per questo il laboratorio culmina in una performance collettiva. Non una semplice presentazione di esercizi, ma un incontro: un dialogo con il pubblico sotto forma di rito e comunione.
La performance cerca di porre nuove domande: Quali atti potrebbero aprire una via d’uscita dal vicolo cieco dell’umanità? Siamo condannati alla violenza nelle nostre forme sociali? Può il teatro spogliarci dei falsi ego, illuminare le ombre e rivelare la possibilità della compassione e dell’empatia?
Le azioni nate in questo laboratorio dovrebbero indicare un salto nello sviluppo umano, incarnato nella sfera sociale. Non solo gesti scenici, ma segni di nuovi modi di essere — modi che ampliano la percezione, risvegliano la solidarietà e lasciano che l’amore ami.
“Quando sentiremo, sentiremo l’emergenza: quando sentiremo l’emergenza, agiremo: quando agiremo, cambieremo il mondo.
Un teatro d’azione.
La mia vocazione è il teatro, la mia vita è nel mondo, dunque un teatro d’azione mondiale. L’arte non è una professione ma un cammino verso la verità, tanto per chi crea quanto per chi assiste.
Non puoi più separare. Quel tempo è finito. La peste della separazione. Non puoi parlare di cambiamento e restare immutato. Dunque ciò che indichi sul palcoscenico devi viverlo. Altrimenti è tutto invalido. La peste delle menzogne. L’arte come anti-menzogna.”
— Julian Beck, La vita del teatro